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Merry Christmas on indie

Diego Roma Filed Under:
Il presepe impossibile e l'Avvento Indie-tronico



... beh, al giorno d'oggi i Re magi non arriverebbero mai a Betlemme. Comunque...

Quest'anno posso darvi gli auguri di Natale a modo mio, e posso farlo grazie a The Chairs, una band di cui abbiamo parlato qualche tempo fa. Di recente il leader Alex Schaaf mi ha contattato inviandomi un Mp3 molto speciale. E' il rifacimento in chiave The Chairs di una composizione religiosa del XII secolo: O Come O Come Emmanuel. Molto, molto ben fatta. Vi auguro allora un felice Natale, e soprattutto di non ritrovarvi mai al giorno d'oggi come i pastori che vanno verso Betlemme. Buon Ascolto.


The Chairs - O Come O Come, Emmanuel

Il testo originale

O come, O come, Emmanuel
And ransom captive Israel
That mourns in lonely exile here
Until the Son of God appear
Rejoice! Rejoice! Emmanuel
Shall come to thee, O Israel.

O come, Thou Rod of Jesse, free
Thine own from Satan's tyranny
From depths of Hell Thy people save
And give them victory o'er the grave
Rejoice! Rejoice! Emmanuel
Shall come to thee, O Israel.

O come, Thou Day-Spring, come and cheer
Our spirits by Thine advent here
Disperse the gloomy clouds of night
And death's dark shadows put to flight.
Rejoice! Rejoice! Emmanuel
Shall come to thee, O Israel.

O come, Thou Key of David, come,
And open wide our heavenly home;
Make safe the way that leads on high,
And close the path to misery.
Rejoice! Rejoice! Emmanuel
Shall come to thee, O Israel.

O come, O come, Thou Lord of might,
Who to Thy tribes, on Sinai's height,
In ancient times did'st give the Law,
In cloud, and majesty and awe.
Rejoice! Rejoice! Emmanuel
Shall come to thee, O Israel.

Aderbat - We Belong To The Sea

Diego Roma Filed Under:
Le perle nascoste dell'indie



Questo lo potete tenere d'occhio senz'altro. Aderbat è una creatura di cui in Italia non si sa praticamente nulla e anche all'estero si stanno appena attrezzando. I quattro, (Matt Taylor, Todd Schied, Brad Kunkle,Craig Hendrix) hanno appena pubblicato un album dal titolo We Belong to the Sea (Mountebank Records). Quello che si può ascoltare è di una piacevolezza rara, indie rock d'autore che promette veramente bene. Una semplicità che paga.

Vi piace quando sono le chitarre a parlare? Acustico che diventa elettrico, ballata melodica che vi entra nell'orecchio ma sofisticata quanto basta che non la capite mai fino in fondo? Up On The Hangers senza dubbio. Sentire un suono caricarsi come un nembo mentre il cantato vi accompagna? Allora Pilgrim. Ce n'è per tutti cari miei.

Myspace questa volta contiene pezzi a sufficienza, ma Aderbat si servono anche di un blog dove hanno postato dei download gratuiti con testi al seguito. La segnalazione d'origine viene dall'ottimo I Guess I'm Floating.

E' l'istinto, ascoltarli e scriverne è stata una cosa sola.
Buon ascolto.

FONTI
Sito Ufficiale
Myspace
Blog
I Guess I'm Floating


Ralfe Band - Attic Thieves

Diego Roma Filed Under:
Un Folk sgrammaticato pronto ad essere il disco dell'anno


Che cosa sto aspettando a presentarvi questa band? Cosa c'ho tanto da indugiare su questo che sarà uno dei dischi dell'anno?

Attic Thieves, nuovo lavoro di Ralfe Band (Domino), band inglese dalle così tante sfumature che mi manca la grammatica per raccontarle. Orchestra, questo l'unico sostantivo che mi viene, poi tra gli agettivi sceglierei sbilenca e acida. Ma voi sapete bene che non sarebbero sulle pagine di questo blog se non ci fosse al principio quella cosa che si chiama "melodia".

Poi è normale, si va dalla freakettona "Helmutsine", cantata con il falsetto e intrisa di trombe, percussioni e una costruzione imponente di spazi sonori; a "Lost Like Gods", che suona come il valzer delle nostalgie, di una dolcezza spiazzante, strapazzata e melanconica, dove spuntano violini a fare da scudo al pianoforte, e qualche soffio di fisarmonica. Poi c'è la canzone che dà il titolo all'album.

Attics


Questo è folk europeo. Sì, fanno pensare un pò ai Vetiver, al gusto psichedelico di Devendra Banhart, specie per l'uso delle tastiere, ma anche a Black Heart Procession, per esempio, o anche i Pavement.

Per farla breve, conosco qualcuno di voi che si innamorerà subito di questo disco, che non smetterà più di ascoltarlo, che dirà: "Cazzo!!".

Questi inglesi sono usciti dai gangheri. Hanno ascoltato talmente tanta musica che sono saliti ad un empireo di suoni e intuizioni di cui ancora adesso strabuzzo. C'è un player nel sito, per ogni album tranne l'ultimo.

Per chi si trovasse dalle parti di Rimini (11 dic 2008 Velvet), Verona (Francavilla di - 12 dic 2008 Arci Kroen) o Udine (Tarcento, 13 dic 2008 Villa de Rubeis Florit), si farebbe un bel regalo di natale prima che arrivi il natale.

Io per ora ho finito.

Fonti:
Marco
Sito Ufficiale
YouTube
Myspace

Cold War Kids (live), Circolo degli Artisti, Roma

Diego Roma Filed Under:
Superbi, un gruppone!

Venerdì 21 novembre 2008

The Chairs - November Ep

Diego Roma Filed Under:
Trame, rock e sintetizzatori. Il nuovo che avanza


"In this way, we are just like Radiohead". Con queste parole giustificano il fatto di farci scaricare il loro ep dal sito. Non so i Radiohead, non li ascolto da un pò, ma The Chairs, al loro November Ep, mi interessano alquanto. Sono leggermente ipnotici, dai suoni secchi, qualche elemento psichedelico, rumuori elettro e synth, linea di basso cruda e predominante, una voce che ricorda Claps Your Hands e, forse sì, un pò Thom Yorke, ma per l'attitudine e l'interpretazione

Li prendete freschi freschi, su Myspace sono dal 7 novembre, mai visto un profilo così scarno. Poi sul sito scaricate, ascoltate le canzoni dell'Ep.

Senza fretta alcuna di chiudere un pezzo, tra piccole interruzioni, circonlocuzioni di tastiere, intro a tratti spiazzanti e atmosfere noir, The Chairs sanno essere melodici e pop. Ma bisogna dimostrare pazienza e qualche richiamo arriva addirittura dagli '80.

Mi piacciono, si mi piacciono. Eppoi, c'è gente autorevole che lo dice, questi difficilmente sbagliano, anche se ora c'è da attendere l'album.

FONTI:
Sito ufficiale (Ep scaricabile)
I Guess I'm Floating
Myspace

Beirut for La Blogotheque

Diego Roma Filed Under:
In the Mausoleum from The Flying Club Cup

Direi che a queste latitudini, le parole sono superflue.



Bowerbirds - Hymns For A Dark Horse

Diego Roma Filed Under:
Dal North Carolina, inni folk ad un cavallo nero


Il North Carolina è uno stato governato dai democratici in cui vige la pena di morte, ha una popolazione a maggioranza protestante ma il suo governatore è un cattolico. In questo contesto, tra le coltivazioni di tabacco e granturco, tra, sigarette, pannocchie e qualche vecchio supermarket vivono e suonano i Bowerbirds.


Bowerbirds sono tre ragazzi di Raleigh, due uomini e una donna che si alternano tra una chitarra classica, una batteria ridotta alla sola grancassa, un violino e una fisarmonica. A produrre il loro Hymns For A Dark Horse è la Dead Ocean. Le loro canzoni ricordano a tratti i Vetiver di Andy Cabic. Non è un caso. Anche lui proviene dal North Carolina: la malinconia campestre, gli spazi aperti, le ballate suonate alle sei corde di nylon, come fossero (sono loro a dirlo) degli inni dalle grandi intuizioni melodiche, è la stessa. Ma qui gli strumenti sono davvero pochi, e la bellezza che fuoriesce da queste canzoni è da attribuirsi solo al grande senso della musica. Conviene comunque averli nel cassetto. Capita di rado di pensare a un cavallo nero, ma quando lo si incrocia si rimane incantati.


Non mi resta che darvi tutte le fonti da cui attingere. E aggiungere che la sera in bici, con loro alle orecchie è un pò come andare a cavallo.

FONTI:
Sito ufficiale
Etichetta Dead Ocean
Myspace
La Blogoteque
YouTube

The Flobots - Fight With Tools

Diego Roma Filed Under:
Cambia l'America, cambia il mondo, cambia il crossover


In occasione dell'elezione del presidente degli Stati Uniti d'America, voglio presentarvi, se già non la conoscete, una band che potrebbe esprimere al meglio la vostra rabbia per ciò che è successo in questi anni in seguito alla politica di Bush. Si chiamano The Flobots.

Mi sembra ieri che facevamo, tra amici, intorno a un tavolo, discussioni su la guerra si la guerra no, bene bush o forse no, complotto torri terrorismo tutti al riparo. Una cosa è certa. Il disastro c'è stato, eccome. Anzi, parlare di un solo disastro per una persona intelligente è persino ingenuo.

Bene, sono passati un pò di anni. Nel 2000 si scioglievano i Rage Against the Machine. Quando si riformeranno, nel 2007, non solo loro non saranno più gli stessi, ma anche il mondo non sarà più quello di prima. Il crossover, per intenderci, non è più quello di prima.

Ma mi piace pensare che, andato il vecchio, in un modo o nell'altro, peggiore o migliore, arrivi il nuovo. E allora proprio nel 2007 esordivano questi Flobots, da Denver (Colorado). Il video che segue dice tutto.



L'album si intitola Fight with Tools, Myspace vi aiuterà a capire.

Fonti:
Sito Ufficiale
Myspace
Wikipedia

Frontier Ruckus - Orion Songbook

Diego Roma Filed Under:
Dal produttore di Modes Mouse, Elliott Smith, Decemberists e Built To Spill

Frontier Ruckus usciranno all'estero il prossimo 8 novembre, figurarsi se e quando li verdremo da noi. Ma le canzoni disponibili del loro album di debutto, The Orion Songbook (Quite Scientific), sono molto indicative. Se si chiamano "Prodotti di frontiera", dunque, non prendetelo come un caso. Sono del Michigan (USA), che è una terra circondata dai laghi, quindi capite. Li conosciamo grazie a I guess I'm Floating, che tra l'altro ne pubblica due canzoni assai interessanti.

La band, guarda un pò, si definisce in "un perpetuo stato di attesa, in un limbo", ed essendo in cinque, tutti muniti di chitarre, banjo, tromba, tastiere,batteria e ottime doti canore, fanno del bel alt-country al modo moderno.

Una particolarità li promuove sin da subito: l'album è stato masterizzato da Roger Seibel (Modest Mouse, Elliott Smith, Decemberists, Bulit to Spill). Come dicono gli esperti: tuffatevi.

FONTI
Sito Ufficiale
I Guess I'm Floating
Myspace

Riciclare cellulari - Altre convergenze

Diego Roma Filed Under:


Quanti cellulari abbiamo buttati nel cassetto... cosa ne facciamo? Lo regaliamo al nostro nipotino quando cresce. Nel frattempo ne compriamo un altro, anzi no, altri due, tre... chissà quanti. Quanti nipotini mi servono per riciclarli?

Ora è comparso un nuovo modo per riciclare telefonini cellulari. Sul serio. E non costa proprio niente. Nemmeno lo spostarsi da casa. D'altronde doveva succedere prima o poi. Qualcuno doveva pur farsi carico della tecnologia che acquistiamo, usiamo e poi buttiamo.Lo sapete bene, utenti intelligenti, la tecnologia inquina, ingombra, e chissà dove va a finire. Magari prima o poi sotto casa nostra.

Quanti cellulari avete? Rosa, blu, blutooth, e così via. Quanti ne regalate? Se volete liberarvene in modo intelligente una soluzione è questa. E' l'iniziativa di riciclo di cellulari promossa dalla Coopi, che è una Ong che opera in tutto il mondo. Andate a vedere di cosa si tratta.

In sintesi: Si può spedire in busta chiusa, compilare un form con i dati oppure richiedere la spedizione di apposite buste al proprio indirizzo. Cosa ci fa questa Coopi con il tuo cellulare? Lo vende ad una società che si occupa di Ambiente, la Ecosol, e ne riceve un contributo fisso che andrà a garantire l'accesso all'acqua potabile, favorire la gestione delle risorse idriche e dei sistemi di purificazione, costruire strade, reti fognarie e discariche per le popolazioni più povere di Africa, America Latina e Medio Oriente.

Sarà inviata una busta pre-affrancata a chi deciderà di donare il suo vecchio cellulare.

Una cosa intelligente, insomma. Tutto chiaro?
Saluti

(Dritta ricevuta e pubblicata da Matteo Di Capua)


The Uglysuit

Diego Roma Filed Under:
Melodie fresche e altisonanze di tutto rispetto


The Uglysuit sono una bella novità. Arrivano dall'Oklahoma e sono non più che 23enni, in tutto sei, per una produzione musicale di tutta qualità. Chi ama il Brit pop potrebbe rimanere piacevolmente stupito dalle assonanze con la musica made in Uk, ma qui c'è molta contaminazione, ci sono chitarre ma anche una bella varietà di tastiere, fisarmoniche, melodie fresche e altisonanze di tutto rispetto.

Mai noiosi, si allungano con gli strumenti oltre la semplice pop song e sono consigliatissimi dalle webzine straniere specialistiche. Tra cui questa, da cui attingiamo noi. Ma per ascoltare qualcosa conviene il Myspace. Sonici, melodici, variegati, insomma cazzo ascoltateli.

Fonti:
Myspace
Pop Matters

Buon compleanno caro blog

Diego Roma Filed Under:


Come nella vita reale dimentico il mio compleanno, anche qui ho dimenticato che il 10 ottobre scorso ha fatto il compleanno questo blog. Auguri caro Stilographics, blog sbilenco e assai bistrattato...

Hotcha Girls

Rockeggiando XX: Premio FunConero

Diego Roma Filed Under:


Ricevo e volentieri pubblico. Fate girare please!!



Rockeggiando XX: Premio FunConero

Quest'anno la giuria sei tu! Ascolta i brani dei gruppi selezionati per il concorso musicale Rockeggiando XX tramite il nostro player ed esprimi le tue votazioni tramite il 'Vote Form'. Il gruppo che otterrà il miglior punteggio, sarà premiato assieme ai finalisti il 21 Novembre presso il Teatro La Nuova Fenice di Osimo.

FONTI:
Myspace
Sito ufficiale

Kathleen Edwards, Asking For Flowers

Diego Roma Filed Under:
Fiori, rock e poche chiacchiere


L'ho ascoltata per tutta l'estate, difficile che abbia preso un granchio. Kathleen Edwards è una folksinger matura, grintosa, con un grande senso della melodia e sincera fino all'imbarazzo.

Canada, come sbagliare. Tre album all'attivo con quest'ultimo Asking for Flowers, un disco trascinante, ritmato dall'inizio alla fine, suonato con la maestria dei più illustri predecessori di un genere che non vuole confondere. E' rock all'americana, puro e semplice.

Asking For Flowers entra nella testa e non te lo scolli (peccato che il Myspace fornisce pochi pezzi), conviene andare sul sito internet, ascoltare i pezzi dell'ultimo album e capire tutto subito. I colori delicati, il perché di quell'orchidea bella e appassita. Solo fascino ed eleganza. Date un'occhiata anche al blog.

Non ha nemmeno 30 anni e già tre lavori all'attivo.

Non so quanto vi possa piacere, a me ha portato via un'estate intera.

Saluti!

Zita Swoon - I Feel Alive In The City (live)

Diego Roma Filed Under:
Buon inizio settimana. Solo 28 giorni fa accadeva anche questo...



Saluti!

Deer Tick - War Elephant

Diego Roma Filed Under:
A un anno dall'uscita (modesta) dell'album, il boom
di John McCauley sul New York Times



Vogliate accogliere nella gran cassa della vostra stanza questo giovane e disperato cantautore, dalla voce roca e dalla musica di un folk sgraziato ma intensamente nostalgico. Il 22enne John McCauley, in arte Deer Tick sguinzaglia un albun dal titolo War Elephant che contiene un condensato di quelli che devono essere i suoi ascolti di giovane americano nato sulla costa est, Rhode Islands. Il buon vecchio grunge, il country fatto a una certa maniera, la musica popolare americana dagli anni 50 ad oggi, l'immancabile blues, il fingerpicking.

E'curioso come dal dì in cui uscì l'album, nel 2007, i giudizi furono alquanto cauti, poi, ad un anno di distanza, una riedizione dell'album proprio grazie a giudizi positivi provenienti da grossi giornali.

Deer Tick resta comunque un cantautore disperato, intriso di nostalgia e per niente intenzionato a comprare una pedaliera. In compenso la sua band si è allargata, ha reclutato altri musicisti e da un sacco di tempo gira l'America, scanzonato e sicuro di quello che vuole, di quello che fa.

E non saremo noi a dargli torto.

FONTI
Myspace
Pitchfork Media
I guess i'm floating
Wikipedia
Sito Ufficiale
Partisan Records

The New Year, ecco il nuovo album

Diego Roma Filed Under:
I fratelli Kadane fanno centro in quaranta minuti


Se interrompo lo sharing dei video di Zita Swoon è solo perché è uscito il nuovo album di The New Year.

In questo momento gira una ninna nanna dal titolo Folios, una meravigliosa cascata di note di chitarra che sono "fogli", appunto, leggeri e forse un pò ingialliti. Di cui esiste solo un assaggio.



Questi "fogli" si sono accumulati in questi quattro anni di attesa, di lavorazione, di ricerca e ora svolazzano al modo unico di New Year. L'uscita dell'Album omonimo è, per chi conosce questa band schiva e sicura di quello che fa, un evento. I fratelli Matt e Bubba Kadane sono stati in silenzio dal 2003 per tirare fuori questi quasi 40 minuti di musica, un ascolto apparentemente facile, come i precedenti dischi, ma che, qui forse più che mai, chede all'orecchio attento di attendere prima di cogliere i dettagli, i tanti dettagli presenti in una canzone.

Certo le donne che sono solite guardare fuori dalla finestra quando piove, una volta sole in casa potrebbero avvertire un sussulto all'ascolto di una canzone come My Neighborhood. Sì, le donne. Perché il sound di The New Year è soprattutto delicatezza.

E chi, troppo frettoloso, dovesse spazientirsi all'ascolto di una canzone come X Off Days non cada facilmente nel tranello di dire "ma quando finisce?". Dura soltanto 2 min e 49. E' piuttosto una dilatazione del tempo che è un pò il succo di questo sound. Come coi bei momenti, che sembrano eterni ma poi, passati, sfuggono.

Potreste divertirvi come con le ombre cinesi con la canzone MMV. Se state al gioco potete vedere due farfalle che girano intorno a un fiore. Quando rinsavite vi rendete conto che sono solo due chitarre che amoreggiano attorno a un pianoforte.

Tanti suoni in poche note, in pochi strumenti. Testi introspettivi fino all'osso, fino all'assurdo.

Questo è un gruppo che difficilmente fa un album a buffo. Tre dischi in sette anni: 2001, 2003 e 2008. Puntano a folgorare senza i protagonismi. Sottovoce. The Company I Can Get, oltre ad essere il titolo del singolo di lancio dell'almum è anche una dichiarazione di poetica, una cifra stilistica, una verità. La compagnia che posso dare, o che posso ricevere, niente di più. Una certezza.

Fonti:
Sito Ufficiale
Myspace
Touch and Go
Trailer on Youtube
The End'not Near on YouTube
Disease on YouTube
Touch&Go 25th Anniversary (live)

Zita Swoon come se piovesse

Diego Roma Filed Under:
Ahuff, ma quanti so i video de sti... Zia Swap... com'è che se chiamano?





Né più né meno che Zita Swoon

Diego Roma Filed Under:
Buona domenica a tutti. Continuiamo lo sharing con il concerto di Zita Swoon all'Ippocampo '80 a Terracina.



Saluti

Ancora e mai abbastanza... Zita Swoon

Diego Roma Filed Under:
Per quelli che c'erano, ma soprattutto per quelli che non c'erano, ecco il saluto finale di Zita Swoon. La camera balla un pò perché - come potete ben capire - a quei ritmi uno si muove. Naturalmente stiamo andando a ritroso. questo quindi, è solo l'inizio.



Su internet cominciano a parlare di noi, a partire da questo fansite che dice di rosicare un pò e "ruba" da qui. Ma anche quest'altro, un giovane web editor che scrive per un famoso sito musicale dal nome NerdsattacK, e che quella sera era lì, appositamente da Roma.



Poi ci sarebbe questo, e infine questa bellissima recensione. Sono sicuro che se ne parlerà ancora, perché a me il cuore ancora mi pompa. Per la cronaca: cd venduti in 10 minuti, a loro non era mai successo. E ora... buona visione.




Oggi è nato Cristiano

Diego Roma Filed Under:
This is a great day....

Oggi è un giorno di festa. L'altroieri Cristiano era ancora nella pancia della mamma, e a lui i Zita Swoon hanno dedicato il concerto. Oggi Cristiano è nato, pesa oltre 4 chili e ha un concerto all'attivo. Grande Barbara, grande Pierfe.



Nei prossimi giorni qualcos'altro.
Fonti:
Terracina

Zita Swoon - 1 Settembre a Terracina

Diego Roma Filed Under:

Gentilissimi tutti, ben tornati dalle vacanze estive.

Il primo settembre prossimo presso lo stabilimento Ippocampo'80 di Terracina suoneranno gli Zita Swoon, gruppo belga di altissimo livello che abbiamo penato assai per far arrivare. Unica altra data oltre la nostra è Marina di Ravenna, niente Roma, Napoli, Milano. Il concerto è stato organizzato dallo Stabilimento Ippocampo '80, dal Circolo Onda del Circeo, e Estragon Bookingdi Bologna.

Il Tour degli Zita Swoon si chiama "A Band in a box", perché consiste in una suonata acustica al centro del palco (nel nostro caso al centro della spiaggia) con gli spettatori che stanno intorno. Più o meno si presentano così (Bruxelles, un giorno d'inverno):



Ma non suoneranno "a cappella, avranno microfoni, strumenti, volume etc. Non è un buff, sono 8 in tutto, tre corsite, un (contra) bassista, un percussionista, un batterista, un cantante chitarrista, un'altro chitarrista, che è anche tastierista.

Il leader degli Zita Swoon, Stef Kamil Carlens, è stato coofondatore dei Deus, una band dei primi '90 che poi è proseguita con il solo leader Tom Barman. I Deus hanno suonato lo scorso mese all'auditorium.

L'ingresso è gratuito e l'atmosfera sarà assai suggestiva. Questo tour ha avuto un successo strepitoso in tutto il mondo proprio per la sua modalità a "box". Giusto per sfiziarvi, date un'occhiata alle città in cui suoneranno prima e dopo Terracina. Come anticipato stenderanno un telo sulla sabbia, monteranno le casse e cominceranno a suonare.

Il concerto comincia alle 21,00 circa. Per arrivare (da Terracina), prendete la Pontina direzione Roma, superate l'Agip, più avanti troverete un residence chiamato Onda del Circeo. Bene, imboccate e parcheggiate. Troverete la strada.

Per chi viene da Roma, stessa cosa. Sulla destra, poco prima di entrare a Terracina, al km 104 della pontina troverà Onda del Circeo. Se vedete uno sleep bus gigantesco siete arrivati.

Vi è mai capitato di dire all'amico: a quel concerto ci vado a tutti i costi?

Bene, a questo punto direi che ci vediamo lì.
Ciao
Fonti:
Sito ufficiale
Myspace
Estragon Booking

Miles Benjamin Anthony Robinson

Diego Roma Filed Under:
Cosa si può fare con pochi amici e un vecchio amplificatore
Se siete in ferie lasciate stare, non è musica per l'estate. Penso che piacerà solo a chi ama i suoni grezzi, ma veramente grezzi. E che ai suoni grezzi ci aggiunge tanta, tanta vita vissuta. Un nome lunghissimo che richiama Miles Davis, Benjamin Franklin, Anthony & the Johnsons e I Robinson (vecchio telefilm) o Mrs Robinson (vecchia gloria di Simon e Garfunkel ma soprattutto il classico di Robinson Crusoe)

Vi presento Miles Benjamin Anthony Robinson

Vedete anche qui, potete scaricare qualcosa.
Se non siete in ferie

Appunti musicali veloci veloci

Diego Roma Filed Under:



Visto che non ho tempo di girarci intorno vi copioincollo gli appunti durante gli ascolti.

Lo and the Magnetics

Hylozoists

"Strait the gate" molto bella
Strumentali, sette componenti, orchestra e elettronica, emotronic d'ispirazione classica. Filmici, citano Leone e Fellini, grossi grossi, leggi la biografia

Album: La Fin du monde(2006)
La Nouvelle gauche(2002)
Ce ne sono degli altri

The sadies
Deserti, deserti, deserti... in alcuni casi decembersists ma più roots, steel guitar, jhonny cash, giant sand e il desert country, alt country, molto raffinati, chitarre in primo piano, coretti western, ce la fanno ce la fanno. Cavalcate psichedeliche, alla Calexico, romanticismo cupo, morricone. Novità assoluta canadese

Etichetta: Yep Roc (US) Outside (Canada)


Jane Vain & the Dark Matter!

Clark the band (da verificare)

Convergenze: Ken il guerriero

Diego Roma Filed Under:
Il trailer



Quando da piccolo lo guardavo desideravo non finisse mai. Ogni puntata era troppo breve, e la seconda serie non l'ho mai finita di vedere tutta. Forse robot come Mazinga Gig robot non esisteranno mai, ma un mondo come quello descritto da Ken il guerriero non è così improbabile. Se volete convincervi di più leggete questo


Conoscete i Tunng? Good Arrows

Diego Roma Filed Under:
Caldo sì, ma canticchiando

Devo dire che d'estate una cosetta come questa non è affatto male. Io li ho visti però in un martedì di inverno al Circolo. Mi ricordo ancora che iniziò a mezzanotte e finì alle 2.00, ero a Terracina alle 4 e la mattina alle 6.30 ero di nuovo fuori casa per prendere il bus e andare a lavoro. Direte voi: che c'entra? C'entra, perché mentre facevo lezione con due ore di sonno invece di sbadigliare canticchiavoi Tunng.Sono sei, sono inglesi, fanno un folk elettronico con campionatore, percussioni, chitarre, giochi per bambini e tamburelli. Freakettoni del post-fordismo. Roba veramente nuova, che mescola melodie e decostruzionismi vari per colorare (e guardate la copertina) il loro mondo e anche il nostro. Caldo sì, ma almeno canticchiando.

FONTI
Mio disco
Sito Ufficiale
Myspace
Live a notte fonda

The New Year, il nuovo album a settembre

Diego Roma Filed Under:
The end's not near


Stoppate la radio. Questa è' una notizia di non poco conto per le persone con cui ho condiviso nel tempo momenti e gusti musicali.

Dopo l'ultimo, meraviglioso The End is Near (2004) - che era succeduto al bellissimo Newness Ends (l'ossessione della fine, appunto) - annunciano l'uscita del nuovo album per il prossimo settembre. E lo fanno postando un video della canzone che apre quel lavoro, The end's not near (va a capire...), mai visto prima. E' qui che io cascai nel 2004: in questo soffice, melanconico e liturgico brano in cui le chitarre sembrano violini e tutto il mondo sembra dirigersi verso una plumbea, dolce, melodica catastrofe.



Band misconosciuta nata dalle ceneri di Bedhead (ancora più sconosciuti), capitanata dai fratelli Matt & Bubba Kadane, entrambi chitarristi (e qui di chitarre se ne sentono, ma in un modo molto particolare), uno di loro insegnante di storia e letteratura moderna, mostri sacri nel mio piccolo olimpo rock.

Avari più che mai di apparizioni e di videoclip, alcuni loro vecchi lavori con Bedhead sono ormai introvabili. Quanto di meglio abbia fatto in tutte le epoche il (post) rock. Di sempre.

Non voglio lasciarmi andare troppo ai soggettivismi, altrimenti strabordo, ma The New Year è veramente un linguaggio nuovo, una grammatica soffice e sofisticata, che cresce come una marea, stride e commuove come la nostra anima: è filosofia della musica.

Tutte le informazioni qui e qui

Prego, non sottovalutare.

Buon ascolto.



Kevin House :: A World of Beauty

Diego Roma Filed Under:
Storie senza parole


Questo album avrebbe certamente trovato spazio nella soundtrack del film Into The Wild. Visionario, delicato e poeticamente naturalistico, archivio di fiumi, pietre, nostalgie e suoni che giungono dal più profondo rapporto dell'uomo con le cose del mondo e dell'uomo con se stesso.

Non un eruzione di zampillanti meteore, ma un germogliare idilliaco di melodie sommesse, di piccole grandi liriche aggrappate all'anima, di pitture, ecco, che si rappresentano coi colori primari e con l'intuito della passione.

Kevin House ha una storia da vero trovatore giramondo. Nato in Inghilterra e trapiantato in Canada, inizialmente squattrinato come un personaggio di John Fante, viaggia e si dedica alla sua attività principale, la pittura, vendendo per le strade di New York le sue tele arrotolate. Non sa ancora che lo aspettano gli acuti osservatori dei giornali canadesi (National Post, Bark Magazine, Elle Canada).


Dipinge animali, pugili, caricature di vita vissuta, ritratti (a modo suo) di artisti e personaggi e altre categorie della realtà difficilmente classificabili. Sono storie senza parole, come da titolo di una sua canzone. Visionario, fantasioso, dissonante e con un grande gusto per il dettaglio, mantiene queste caratteristiche anche nella sua musica.

Dopo l'album di debutto "Gutter Pastoral" (2004) esce nel 2007 il delizioso "A World of Beauty" in cui si dipingono (pardon, si suonano) le sue Myricae, con la grazia disarmante di un Nick Drake e l'intimismo di quei perdenti destinati a grandi cose.

Io mi sono infatti perduto nelle sue canzoni, difficilmente un compositore che sceglie di giocare al ribasso riesce ad emozionare tanto. Dedicate un minuto alla Title Track "A World of Beauty", o alla meravigliosamente stonata "Stories without words" (le starete già ascoltando immagino), poi valuterete se stazionare sul suo Myspace oppure se passare oltre.

FONTI:
Myspace (info e ascolti)
Sito Ufficiale (info e foto)
CBC Radio 3 (ascolti e web radio)

Pas Chic Chic: Au Contraire

Diego Roma Filed Under:
Pop francofono da Montreal

Pas Chic ChicCi piacciono le cose strane, le cose nuove, le cose mescolate e indefinibili perché tale è l'epoca in cui viviamo. Signore e signori, ecco a voi Pas Chic Chic.



Qualche notizia ora ci vuole.

Pas Chic Chic è una band del Canada francofono, nascono nel 2005 ma solo nel 2006 realizzano un 7 pollici a tiratura limitata. Quest'anno debuttano con l'album Au Contraire, una sorta di gioiello pop... al contrario, cantato in francese, destrutturato come un collage e, per quello che è dato sentire, fatto con maestria. Ma facciamo una sosta:



Singolare no? E forse non proprio facile al primo ascolto. Francesismi sonori, atmosfere '80, organi e tastiere dalla vena psichedelica, piccole délicatesse d'oltralpe innestate sul grande fenomeno musicale made in Canada.

A spiegare, ma solo in parte, l'effetto straniante di Au Contraire, può essere di aiuto la genealogia della band. Roger Tellier-Craig scrive i testi e suona la chitarra, proviene dalla famiglia Godspeed You Black Emperor! ed ha alle spalle un certo sottobosco sperimentale (Fly Pan Am, Set Fire To Flames, Et Sans). Radwan Moumneh (altra chitarra), sta nella squadra dello studio di registrazione Hotel 2 Tango, che in questi anni ha ospitato album per Wolf Parade, The Dears, Arcade Fire, Basia Bulat e altri. Ha suonato nei Cursed e anche lui è passato per l'erma cangiante dei Godspeed, nella veste A Silver Mt. Zion.


Il batterista Eric Fillion è un insegnante di storia che non ha disdegnato esperienze musicali (Cobra Noir, The Black Hand, and IRE). Pedegree simile per il bassista. voce fuori dal coro, ma nemmeno tanto, Marie-Douce, presenza femminile che conferma il boom candadese in questo senso. Ha scritto le canzoni con Roger Tellier, suona la Farfisa, il Maxi-Korg e il Mellotron (sono varianti della tastiera) e oltre a curare una fanzine, Amazine, si occupa del suo locale Casa del Popolo (nome italiano!) di Montreal, dove organizza serate musicali.


Curiosità: sul sito del locale usano molto italiano, e hanno un calendario fittissimo di concerti. Se dovessimo capitare un giorno a Montreal, sappiamo dove andare.

FONTI:
Sito Ufficiale (anche le foto)
YouTube
Myspace
Semprini Records (etichetta)
Casa del Popolo (Montreal)


The Gray Race: Give It Love

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Se la musica bussa alla tua porta...


Eccoli, mi hanno bussato mentre legiucchiavo un libro già letto, tra la noia e la stanchezza di una sera "correct", anche troppo. Hanno fatto come facevano i personaggi con Pirandello: "la prego signore, ci dia udienza...". Ma in questo caso io non sono Pirandello, e loro sono tre americani di Brooklyn (NY) sotto il nome The Gray Race.

Io me li ascolto bene bene, e mi spiegano tutta la loro raffinatezza un tantino decadente, che strizza l'occhio a certe atmosfere crepuscolari ma niente affatto dimesse. Mi fanno così ascoltare le loro quattro canzoni tratte dall' LP di debutto, Give it Love, molto semplici e raffinate, di una solare malinconia che è tra le cose che predilig(iam)o. C'è chi avverte somiglianze con i primi Cure e con Rufus Wainwright, io appoggio e ci sento anche molta tradizione americana in sottofondo, le radici folk-blues. Se è per questo sanno mentire molto bene questi The Gray Race, perhé è tutto dissimulato sotto una legerezza pop che mi sa molto di novità. Comunque il giudizio ai posteri. E a voi, naturalmente.

Buon ascolto e buona visione.



FONTI:
Sito Ufficiale
I guess i'm floating (Foto e dritta)
Myspace

You Tube


Firewater - The Golden Hour

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Treno treno, portami via...


Mi ritrovo a correre dietro vagoni musicali, proprio sulla pensilina, e ogni volta mi sfrecciano davanti, mai che riesca a salire in tempo su uno di essi, a prenderlo in tempo insomma. Un trainspotting, il mio, che ha la pretesa di non essere del tutto inconcludente.

Proprio ieri passava questo treno chiamato Firewater. Un treno merci, grezzo, rumoroso, nostalgico come sa essere solo un vero treno. Questa locomotiva gira dal 1996 per il mondo senza fermarsi, caricando qua e là generi musicali i più disparati. Si ferma di tanto in tanto, preferibilmente in oriente magari, e poi riparte con il suo suono ferroso e i suoi singulti di gigante malinconico, stanco delle beghe d'occidente. Partirei con questa video intervista che è in realtà un mini reportage musicale. Notevole.



Insomma, se ascoltate con piacere Goran Bregovic, i Gogol Bordello, se avete gradito a suo tempo gli Azmat Modine e avete incontrato il 20enne Beirut di recente, o anche solo se vi siete chiesti da dove Vinicio Capossela abbia assimilato alcune sonorità, attivate l'applicazione che sta in altro a destra, fate partire la musica e lasciate correre questa locomotiva. Vedrete che in poco tempo sarà difficile non tentare il salto.

Intanto due cose due sulla nascita della band. Tod Ashley, songwriter, un tempo membro dei Cop Shoot Cop, forma i Firewater a metà anni '90, deciso a reclutare un po' di compagni per il nuovo viaggio pescandoli da diverse plaghe musicali (Soul Coughing, Foetus, Jesus Lizard, per citarne alcuni) ma rapinandoli sostanzialmente delle loro essenze di genere per alimentare il pastiche sonoro del suo "mostro": jazz, klezmer, certo rock bizantino e balcanico, viaggi morriconiani, orchestrine turche ed ebree di quell'oriente ingolfato di popoli culture liturgie colori ed etnie.

Molti i lavori alle spalle, cangianti come i musicisti che si avvicendano nel tempo. Sarebbe davvero lunga, la preparazione è poca, e allora diciamo che quello che state ascoltando è solo l'ultimo album, The Golden Hour, scritto mentre il treno Ashley passava per la Thailandia, l'India, la Turchia, l'Indonesia e il Pakistan. Tutto documentato dal blog del Nostro, Postcards From The Other Side Of The World (vedrete cose...).

Bene, questo è quanto. Buon ascolto. Anzi buon viaggio.

FONTI
Pitchfork Media
Official Website

Postcards From The Other Side Of The World (Blog)
Mypsace
Wikipedia

Cloud Cult - Feel Good Ghosts

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Craig Minowa e il collettivo della contaminazione

Cloud Cult - Feel Good Ghosts
Da Pitchfork Media conosco con un dodicennio di ritardo i Cloud Cult, di Minneapolis, Craig Minowa in testa, compositore e cantante, Connie Minowa sua moglie, in veste di Visual Art. E poi musicisti reclutati nel tempo fino a giungere ad una band da sei, tutti polistrumentisti, dunque in grado di suonare violino e violoncello, synth e batteria, basso e trombone, e così via. Acustico, elettrico, sintetico, minimale, fragoroso, questo è il suono del Cloud Cult, sono delle prove prodigiose, di autentica scuola indie.

Intanto una registrazione in studio, giusto per capire.



Lo studio di registrazione che avete appena visto è alimentato con un generatore geotermico e da pannelli solari. Fanno booklet con inchiostro non nocivo, piantano alberi sulle terre americane in base alle emissioni di Co2 dei loro tour. Si guardano bene dalle richieste delle major e si autoproducono con etichetta dal nome Earthology (Sic!).

Non ci soffermeremo sulle vicende biografiche della coppia Minowa, che pure contengono elementi dolorosi (per chi volesse, può approfondire sulle bios presenti nel Sito Ufficiale) bensì sulla musica. Potreste incontrare i Flaming Lips ma anche Bright Eyes, gli Arcade Fire ma anche i Modest Mouse, Sparklehorse ma anche Grandaddy. Forse gruppi come i Flotation Toy Warning, anche se inglesi, hanno ascoltato a lungo i Cloud Cult. E così di questo passo.

Insomma, a breve è uscito il nuovo LP Feel Good Ghosts (Tea Partying Through Tornadoes), che è il sesto di una lunga serie ed è un lavoro magistrale. Ho avuto modo di sentire anche il precedente The Meanings of 8, altrettanto entusiasmante. Da neofita posso dire che sono dischi complessi, dalle melodie sofisticate e corali, non di rado hanno cuscini elettrici e ritmiche frammentate, ci sono contaminazioni elettroniche ovunque e voci femminili, commoventi aperture di archi e urla disperate, ma anche pop songs sbarazzine e ironiche, piene zeppe di cose. L'ingrediente principale, nonostante il fragore strumentale, mi sembra una non estinguibile malinconia.

A onor della sintesi, di cui non sono capace, mi fermo qui. Anzi qui.

Buon ascolto.

FONTI:
Pitchfork Media
Sito ufficiale
Myspace
Earthology

Borko, "Celebrating Life"

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Tutto il calore dell'Islanda

Celebrating Life

Siamo al nord, precisamente a Reykjavik, Islanda, per conoscere un nuovo musicista di nome Björn Kristiansson, per gli ascoltatori Borko. Elettronica? Ebbene si, ma non si vede. Se amate la melodia e la ponete al primo posto dimenticate il cliché che l'elettronica è musica fredda. O meglio, ascoltate Borko e poi verificate se vi siete ricreduti.

Si è vero c'è lo zampino del digitale, ma ad ascoltare le manipolazioni di Björn Kristiansson, capaci di suggerire visioni inaspettate, questa considerazione ha poca importanza. In fondo deve proprio essere una prerogativa dei nord europei evocare e disegnare paesaggi e colori. Abbiamo le nostre brave esperienze con Sigur Ros (concittadini) e Bjork.

Allora non leggete oltre queste chiacchiere e passate subito all'ascolto. Sono componimenti brevi, ispirati, per usare le parole dell'autore che rubiamo da RCRD LBL, "da grandi musicisti e la musica di scena qui in Islanda. Sono ispirato ai bambini nella scuola dove lavoro. Sono ispirato da persone buone. Sono ispirato da persone cattive. Sono ispirato dalla musica che ascolto di volta in volta nel tempo. Sono ispirato dalla felicità. Sono ispirato dalla tristezza. Sono ispirato dal sole e dalla neve. Sono ispirato dai pazzi dopo i party. Sono ispirato dal buon cibo. Sono ispirato dall'alcol. Sono ispirato dalle sfere a specchio. Sono ispirato dai rumori".

Sarà per questo che Borko titola il suo lavoro Celebrating Life, un album credo difficile da trovare tanto quanto il suo vissuto sulla Rete. Io vi segnalo in particolare le bellissime Spoonstabber e Dingdong Kingdom, la prima pare sia stata scritta dopo una bella bevuta di Punch.

Andiamo ad ascoltarlo, concediamo più di un ascolto, facciamo finta di sentire musica classica, distraiamoci, costruiamo braccialetti o rassettiamo casa, pensiamoci parte di un film dal titolo "Delicious" e beviamo anche un Punch.

Quando ci affacciamo alla finestra è sceso il buio, eppure un'impercettibile luce ci dice che...

Esce per la Morr Music

FOTO BY: Iceland Air Waves


Concorso creativo - I giovani e il mare

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Contest sulla sostenibilità che ci riguarda da vicino

Concorso Fondazione Simone Cesaretti
Ciao ragazzi. Ho qualcosa per voi. La Fondazione Simone Cesaretti organizza un concorso a premi su opere creative di ogni tipo che abbiano come ispirazione il tema: I giovani e il mare. Invito tutti voi che ricevete le mie news a partecipare con la vostra creatività, sicuro di non sbagliare. Quindi a tutti i fotografi, docenti, amici, studenti, colleghi e ex colleghi cui il mare almeno una volta ha suscitato un sussulto, rivolgo questo invito.

Simone era un ragazzo di Roma che amava Terracina. Era un mio amico ed è scomparso che ora è più di un anno. Questa iniziativa parte da una Fondazione intitolata a lui, e vede le sue radici nella nostra città. E' un contest legato a Terracina ma non limitato ai terracinesi, anzi la sua rilevanza è nazionale perché la Fondazione ha costituito un network con Università, centri di ricerca e enti pubblici per approfondire le conoscenze sulla sostenibilità dello sviluppo.

E di ambiente si tratta. Dello sviluppo e della valorizzazione della risorsa "mare" relazionata ai giovani. Di questo dovranno parlare le opere creative ,che possono essere di ogni tipo, dal racconto alla fotografia, dal documentario alla musica, dalla poesia allo slogan, al logo, al disegno e così via.

I premi sono in denaro e vanno dai 2000 euro al primo classificato ai 1000 per il terzo. Ma non è una questione di soldi in fondo.

La partecipazione al concorso è gratuita, dovete solo spulciare tra le vostre idee e chissà, tra materiale vecchio, diari, riflessioni, racconti, suggestioni, fotografie o video.

Potete scaricare il bando di concorso direttamente da qui. Se poi volete approfondire di cosa si occupa la Fondazione potete andare sul sito www.fondazionesimonecesaretti.org oppure su www.areemarineprotette.it, dove troverete il bando di concorso in pdf.

Potete decidere se inviare a me il materiale oppure direttamente via fax al numero che trovate sul bando, seguendo le modalità specificate.

Abbiamo purtroppo solo 10 giorni di tempo. La scadenza del bando è per il 25 marzo alle ore 13.

Provate, buttate giù delle idee. C'è chi fa grafica, chi fa foto, chi scrive per diletto, chi da anni ha in mente uno spot, una sceneggiatura, uno slogan. Tutte le info le trovate nel bando. Niente di complicato, la volontà.

Vi chiedo di provare. Abbiamo l'opportunità di dimostrare che Terracina respira e vive ancora, forse proprio grazie al mare.
Grazie a tutti per l'attenzione.

Siti Utili
www.fondazionesimonecesaretti.org
www.areemarineprotette.it
Bando di concorso

Arcade Fire... children don't grow up

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La musica senza età

Non chiedetemi nulla, guardate soltanto. Otto minuti, solo otto, e ditemi se questa non è libertà.



Sono gli Arcade Fire, collettivo canadese. Due album all'attivo, tra le migliori cose mai ascoltate.

E forse questo frammento della canzone "Wake Up" può spiegare qualcosa.

If the children don’t grow up,
our bodies get bigger but our hearts get torn up.
We’re just a million little god’s causin rain storms turnin’ every good thing to rust.


FONTI:
I guess I'm Floating
Myspace
Sito Ufficiale

Nerooogle... rabbuiatevi

Diego Roma Filed Under:
Cerchiamo come... risparmiare energia.



Un'idea che m'intriga, e che sono sicuro intirgherà i pochi ma ottimi sbirciatori di questo blog. Non c'entra niente con la musica, è qualcosa che vi sarà passato sotto gli occhi su Repubblica. Nerooogle, un progetto italiano di risparmio energetico al pc che consiste nel mettere come pagina iniziale del browser una schermata nera che corrisponde alla homepage di Google ma è indipendente da Google. Non sto a menarvela troppo. Tutte le info le trovate qui. Facile facile, di grande impatto sul consumo di energia (abbasso gli scettici), indipendente da Google e tutto italiano. Mi piace come mi piace Ggoal, un motore di ricerca realizzato in Italia che si alimenta con i contributi degli utenti. ne avevo parlato qui. Sono cose belle in un Italia che arranca arranca arr...

Rabbuiatevi, ogni tanto fa bene alla salute ;)




Baby Dee, Safe Inside The Day

Diego Roma Filed Under:
Burlesco, ironico, commovente, mutante.
Il disco e il suo autore.


Baby Dee - Safe Inside The Day

Se avete una certa dimestichezza con le poesie in musica di Antony & The Johnsons non farete alcuna fatica a gustare l'eclettismo di questo Safe Inside The Day, nuovo album di Baby Dee uscito per la Drag City. Suonatore d'arpa e polistrumentista di Cleveland, Ohio, amante delle scenografie barocche con un pizzico di noir, ma soprattutto elegante interprete di una tradizione orchestrale che passa per lo swing, il jazz, la classica ma che è molto, molto pop.

Commuovetevi dunuque, poi ridete, tornate seri, scompisciatevi e poi smorzate in un sorriso insinuante. Indiscusse doti canore, come l'Antony con cui Baby Dee ha collaborato e con cui condivide più di un punto di vista. Ma in Safe Inside The Day si ascolta un materiale meno distillato, schizofrenico, legato a doppio filo alla tradizione americana, ricco di strumenti e non di rado dissonante. Oserei dire sapientemente sfrontato.

Il 30 marzo è al Circolo degli Artisti. Buon ascolto.

FONTI:
Myspace
Sito Ufficiale
Drag City


The Most Serene Republic, Girls in Hawaii, Get Well Soon

Diego Roma Filed Under:
Una giornata in giro con me (fortuna eh?)

Poco, pochissimo tempo, rubato a tutto il resto. Cosa sto ascoltando in questi giorni? Dipende.

The Most Serene Republic



Sul bus che mi porta al lavoro e dove salgono frotte di studenti scatenati mi affido a questi The Most Serene Republic, che rispecchiano perfettamente l'armonia del caos tipica delle turbe adolescenziali. Dimenticate i quattro quarti, aprite le orecchie e fate entrare questa fantasia orchestrale della repubblica musicale più serena del mondo.
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Girls in Hawaii

Girls in Hawaii
Nel pomeriggio, quando la forza sembra abbandonare le membra eppure si avverte una piccola riserva della volontà direi di avviare i Girls in Hawaii usciti or ora con il nuovo PLAN YOUR ESCAPE. Una vera meraviglia di pop sbilenco ed emozionante made in Belgio. Pazzesca creatività a due passi dall'Italia eppure scoperta sempre troppo tardi. Sono in concerto il 1 marzo comunque, per chi ne rimanesse folgorato, o anche no.
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Get Well Soon

La sera invece, momento di ripudio della Tv ritrovo me stesso con la verve di una voce per me nuova. Difficile da descrivere di fretta. Sto parlando di Get Well Soon. Posto DUE videoclip (dopo il primo è scattata la caccia) e faccio prima.








Con sommo dispiacere non posso soffermarmi oltre e dissertare sui sopraccitati. Spero tuttavia di aver indicato la giusta via per approfondire un mondo che seppure raccontato poco arricchisce la vita di noialtri adulti con spirito di bambini.

FONTI
Per le fonti, poco tempo per indicarle ma sulla colonna di dx se scendete sotto le icone dei dischi trovate la lista di tutto quello che leggo in materia e dunque le fonti. Il resto sono voci che girano tra gli amici, quindi anche tra voi.



Thao Nguyen, Laura Marling, Basia Bulat °°°°°° Il folk suonato dalle donne

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C'è chi dice che il futuro del mondo sarà tutto
al femminile. Quello della musica sembra lo sia già.


Tre voci femminili, tre universi diversi, ma tutte capaci di dare un tocco di originalità alle proprie composizioni. Impossibile parlare di generi musicali, ma una cosa è certa. Le donne il folk lo conoscono bene.

Thao Nguyen


La prima novità porta il nome Thao Nguyen, è una giovane promessa dell'indie pop di stanza a Washington. Riesce a costruire delle canzoni vive e intrise di melodie spumeggianti, che strizzano l'occhio al folk come al rag, sulla scia della migliore Ani di Franco. Americana dalle evidenti origini asiatiche, il suo approccio è rock ma riesce a dare una caratteristica diversa ad ogni canzone, con ritmi che a volte sono frenetici, altre sincopati, altre ancora delicati e sinuosi. Si sentono le influenze orientali, ma anche la scuola folk americana. Tutto fuso, tutto amalgamato, impossibile parlare di genere. Che sia accompagnata da un gruppo, come nel caso dei The Get Down stay Down, o che si esprima solo con la sua chitarra, Thao Nguyen sembra trovarsi perfettamente a suo agio con il blues, il country, il fingerpicking e il pop moderno. La sua musica è leggera e intrigante.
Il suo Myspace offre una forbita collezione di canzoni e del materiale video. Notevole a mio avviso la bellissima Feet Asleep. Impossibile farsi scappare questa giovane affascinante artista.

Sito ufficiale
Video Blog
Myspace


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Laura Marling


Ha soli 18 anni questa biondissima folksinger, e arriva dal Regno Unito. E' Laura Marling, figura già nota in inghilterra e presente su diversi blog, ma che in Italia non lascia traccia. Sonorità ben più grezze, quelle della cantante inglese, che spesso si affida esclusivamente alle sei corde e alla sua voce nitida per cantare di fantasmi e notti di terrore. Il suo Myspace è veramente avaro, solo due canzoni, ma Night Terror (per l'appunto) è una canzone meravigliosa, con delle bellissime trame di archi che si incontrano e si scontrano. La Marling è per gli amanti di quel cantautorato puro che se la cava anche con poco, spaziando tra strumentazione e unplugged. Internet offre comunque strade alternative per ascoltarla. Oltre al file sharing (ma compratela, compratela) sul sito ufficiale c'è la possibilità di sentire l'ultimo singolo "Ghosts" con iTunes e di accedere alle diverse piattaforme (You Tube, Myspace), tra cui la britannica Later, di cui postiamo interamente il video.

Find out more at bbc.co.uk/later


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Basia Bulat

Dal freddo Canada invece arriva Basia Bulat, un'altra cantautrice uscita per i tipi della Rough Trade. Molto più che delle gradevoli ballate. Sentimento e dichiarazioni d'amore armata dell'inseparabile Autoharp (una sorta di piccola arpa elettrica), con Oh My Darling è netta la grande capacità di costruire melodie orecchiabili anche qui dalla vena malinconica (bellissime Little Waltz e Snake and Ladders, disponibili su Myspace). Archi pizzicati e aperture orchestrali, arpeggi cristallini e belle pennate alla chitarra, ritmiche sempre azzeccate (sarà che alle percussioni c'è uno che fa Bulat di cognome), anche quando si tratta solo di un battito di mani. Ma gli strumenti sono davvero tanti: ukelele, flauti, violoncelli e violini, e accanto alla voce di Basia cori e controcori. La voce della Bulat mescola un pò le carte tra le reminscenze del passato e l'approccio acustico di certo nuovo pop. La copertina del disco cartonato la vede simpatica e semplice, con un grosso cappellone in testa. All'interno del digipack una foto di automobili sotterrate dalla neve di Montreal. Ma le canzoni di Basia Bulat riescono a scaldare. Bisogna saperla ascoltare, il Canada non delude mai. Basti pensare che gli studi di registrazione sono quelli resi famosi dagli Arcade Fire e da Silver Mt Zion.

Sito ufficale
Myspace
Rough Trade