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Giorgio Canali e Rossofuoco in concerto a Itri

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L'ex CCCP con la sua band al Museo del Brigantaggio il 23 dicembre


Quello che vi raggiunge già in questi istanti di lettura, è il fumo di un suono che “puzza di elettricità”, quello che emana dalla fucina di un grande artista, che di nome fa Giorgio Canali. Lo conoscete e non solo per quel colore “Rossofuoco”, tramutato nell’ispanico Rojo del suo ultimo disco. Lo conoscete perché la lunga scia rovente parte da lontano. Dai tempi in cui suonare sul palco voleva dire costruire la storia. Chitarrista dei CCCP di Giovanni Lindo Ferretti, fedele alla linea quando le epoche cambiano, trasformando la geografia estetica della band in CSI e poi in PGR.


Cosmo Jarvis - Is The World Strange or Am I Strange? (2011)

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L'arma della provocazione travestita da pop


Cosmo Jarvis fa bene a chiamarsi così. Il suo è un cosmo di generi, che gravitano tutti intorno al pop e ci si sposano perfettamente. E ci intravediamo a volte il reggae, a volte la world music, a volte addirittura il rap, il funk e il punk rock. Sì, il punk. Non è uno scherzo. 


Cosmo Jarvis nelle sue canzoni mette tutto nel frullatore. Diverte e si diverte, crea movimento, si avventura in giri orientaleggianti, sicuro come un treno, e ci regala un disco completo, vivo, intrigante dall’inizio alla fine. Il titolo è tutto un programma: Is The World Strange or Am I Strange? A primo acchito diremmo: la seconda che hai detto. Ma visto come volgono le cose del mondo potremmo anche ripensarci. No, non è Cosmo lo strano.





Semmai è il mondo che si adegua a fatica. Lui fa il suo lavoro di giovane talentuoso, attore, polistrumentista, compositore, insomma un portento che tira fuori le chitarre quando serve, scatena putiferi, ma sa dove sta il segreto irrinunciabile della melodia. Sicuramente un album da tenere nello scaffale. 

A volte vestito di bianco e con papillon come fosse ad una festa elegante anni ’50, altre con piumino e cappuccio. Un trasformista, animale da palcoscenico, estroso e assolutamente imprevedibile, fa arrivare i suoni fino ai ritmi latini, ma sempre mischiati con il pop rock all’americana. Una roba da pazzi insomma. Ma andate pure a leggere la sua biografia sul sito Internet, ascoltate qualcosa del Cosmo-mondo. E un ragazzo che non delude. E’ uno che ha tutta l’aria di godere di più quando trova qualcuno che lo provoca. Ecco, la provocazione, questo è Cosmo Jarvis.


Low Roar - Low Roar (2011)

Diego Roma Filed Under:
Ruggire non è questione di forza, ma di intensità. Parola di Ryan Karazija

 

Possiamo dunque andare leggeri, e se abbiamo bisogno di ruggire, lo possiamo fare piano. Lo possiamo fare anche se non siamo leoni, anche se siamo solo degli innocui, silenziosi, malinconici cervi.

Si erge così dal nulla, elegante e discreto il progetto Low Roar di Ryan Karazija, giovane autore di un album omonimo marchiato Islanda, che usa dosaggi minimi per unire acustico ed elettronico, mettendoci una voce che ricorda a volte Tom York, a volte i Sigur Ros, a volte qualcun altro che non ti viene.

Canzoni impalpabili, che possono chiamarsi tali solo perché c’è un testo, una voce, un ritornello. Altrimenti era facile parlare di electro-ambient, musica d’atmosfera, o che so io. I pezzi si susseguono nitidi, trovano il loro corso in un crespuscolo, sembrano creature digitali ma vengono dall’artigianato. Ce lo dice già la copertina, bucolica e campestre: un cervo che “ruggisce”, e sortisce lo stesso effetto che avrebbe un leone: far volare via gli uccelli. E quel Low Roar col pennarello rosso. 


 
Siamo a casa. Musica fatta in casa, e non di rado a casa. Non un disco che dà lo choc, né che sorprende a tutti i costi, ma capace di imporsi. Non resterà nei mirabilia dei nostri scaffali, forse, non per tutti almeno, e richiede le accortezze spesso invise a chi cerca musica facile: abbandono e ascolto.Siamo al Nord.
 
Ma c’è anche la chitarra acustica: quella di Rolling Over anticipa una ballata semplice e bella, scarna solo apparentemente. Le sfumature vanno da una viola a un pianoforte leggero, c’è l’ombra di un organo, di un sinth, persino di fiati e trombe. 
 
La delicatezza ci sfiora anche con The Painter, che si gioca intorno ad un arpeggio di chitarra, strofe semplici e dei cori in lontananza che fanno da eco ad una eco che è già un po’ la cifra del disco. E ancora acustica è Friends Make Garbage, nettamente zona Radiohead di qualche tempo fa: lirica, reminiscenza pura, immobile nella sua sottile variazione. 
 
A scombinarci il sogno, Puzzle, più ruvida. Poi ecco Tonight, Tonight, Tonight
 
Metti una sera che segue una giornata di eccessivo rumore. Il nostro ruggito lo possiamo lanciare lo stesso. Un ruggito silenzioso. Questo è Low Roar.

Low Roar
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Marketa Irglova - Anar (2011)

Diego Roma Filed Under:
 Non si sarebbe risvegliato facilmente questo blog. Né avremmo disturbato il sabato se non fosse stata quasi un'impellenza. L'impellenza si chiama Anar, è l'album di debutto della 23enne Marketa Irglova, musicista ceca già membro dei Swell Season di Glen Hansard. 

Talmente giovane, la Irglova, che fino ad ora era stata la sua canzone Falling Slowly, cantata con Hansard nel film indipendente in cui i due sono anche protagonisti, Ones, a darle lustro: Marketa è la prima donna ceca, e in ogni caso la più giovane, a vincere un premio Oscar per la musica da film.

Oggi riusciamo a capire perché. Anar è un album bellissimo. Fate attenzione a muovervi con prudenza in mezzo a una delicatezza, un'umiltà, una poesia che rischiano di travolgervi. Bella la voce, ma è la musica il senso della melodia, l'originalità degli arrangiamenti, con le percussioni ridotte al minimo e suonate anche con le mani, il pianoforte declinato in mille narrazioni, che costruiscono quadretti suggestivi, intensi, colorati e genuinamente emozionanti. 


Un lavoro notevole, dunque, aperto a mille suggestioni, che indica in questa giovanissima cantautrice classe '88 un vero e proprio talento. Il consiglio è quello di non farselo scappare, di assaporarlo senza pregiudizi, magari anzi concedendogli tutto lo spazio necessario per infilarsi nelle pieghe della vostra anima. Non deluderà.

Comma ammazza-blog: un post a Rete unificata #noleggebavaglio

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Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione. 

Cosa è la rettifica? 
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi. 

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione? 
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito. 

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto? 
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata. 

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false? 
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri. 

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica? 
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso. 

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.
  
@valigia blu - riproduzione consigliata
Articolo completo QUI
 

Jang Senato in Concerto a Terracina

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Giovedì 30 giugno 2011 live@Rive Di Traiano - Terracina (LT)

Se questo è il tempo in cui si desidera stare nel sedile posteriore di un'auto con il finestrino abbassato per incassare vento a volontà sulla faccia mentre qualcun altro guida e ci porta in un posto lontano da casa, dall'inverno, dal lavoro. Ebbene, se voi siete quelli seduti dietro, dite al guidatore di alzare il volume quando, mentre solca qualche autostrada, infila il disco degli Jang Senato.

RESPIRARE by Jang Senato

Ma se poi invece, per lavoro o per vacanza, vi trovate a Terracina, allora meglio. Gli Jang Senato potete ascoltarli giovedì 30 giugno, alle Rive di Traiano, dove suoneranno dal vivo. Cosa aspettarsi? Un gran concerto, un collettivo di romagnoli il cui frontman (lo diciamo all'americana), Davide Gulmanelli, sfoggia una particolare "erre" moscia ma soprattutto un naturale talento a masticare poesia del quotidiano e melodie cristalline. Leggere, ironiche, mai banali.

Le garanzie. Ricordate Dente, nel 2009, a Terracina? Ecco, la raccomandazione è identica. Gli Jang Senato hanno un gran talento, vincono il Premio De André, il Premio Battisti, il Premio al Musicultura, e sanno di rivelazione un po' ovunque: Ondarock, al disco Lui ama me, lei ama te - 2011, dato alle stampe dall'etichetta Pippola Music (Brunori Sas, Beatrice Antolini, Dilaila), conferisce un bel "7", oltre agli osanna della recensione.

D'altronde, è pop, nella sua migliore accezione. Sono pezzi di esistenza loro, nostra e vostra che infilano la strada della melodia, del racconto. Quelle canzoni che ti aprono paesaggi, immagini, ricordi, perché sono facili e difficili a un tempo. Sono delle sciarade da interpretare. Aprite il finestrino, fateli entrare, non deluderanno.

Giovedì 30 giugno
Rive Di Traiano
Open door (pre concert) h 21,00
Ingresso gratuito

Myspace
Official Site
Pippola Music

Veronica Falls - Beachy Head

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Country: UK
Ep: Beachy Head (2011)
Genre: Lo-Fi/Pop
Video: Found Love in The Graveyard



Official site
Myspace

Dreamers Of The Ghetto

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Tutti i "ghetti" della musica americana in 8 tracce


"Siamo una band. I nostri sogni corrono senza controllo, il nostro viaggio è senza fine. Con una storia d'amore nel nostro cuore e il fuoco nelle nostre viscere che incitano amore e violenza negli ascoltatori. Siamo le sirene nelle vostre orecchie. Benvenuti nel nostro mondo".

Così si presenta quest'accolita di sognatori vecchio stampo, che autoproducono un album omonimo solcato da 8 tracce decisamente indifferenti alle sofisticate procedure richieste dal "passo coi tempi". I Dreamers Of The Ghetto mutuano il loro nome da un vecchio libro di fine Ottocento di Israel Zangwill, scrittore inglese che racconta l'importanza del ghetto ebraico per la sopravvivenza della cultura giudaista. 

Se qui si vuole dunque difendere qualcosa, allora ci pare che si tratti di un'ispirazione fuori dal comune, urgenza che si intaglia a tratti col il rock ruvido, a tratti con il soul corale, la black music e addirittura col gospel. E' l'America, insomma, la cui musica è un miscuglio di tanti "ghetti", che nonostante tutto restano vivi. 

Coraggiosi oltremodo dunque Jonathan Jones (chitarra, synth e beat, voce), Luke Jones (voce, basso, synth e beat), Lauren Jones (synth & beats, voce, MA SONO UNA FAMIGLIA?) e Marty Sprowles (tamburi, "tuoni e fulmini", si legge). Il loro "self-released" album sa far sognare usando la materia prima della musica: basso, batteri(e), chitarra, qualche synth. E di questi tempi è un pregio.


Official Listening
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Kitchie Kitchie Ki Me O - Kitchie Kitchie Ki Me O

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In questo periodo ci stiamo facendo perecchio i cazzi nostri, lasciando anche troppo spazio alle cose serie rispetto alle favolose minchiate per cui vale la pena di vivere. E allora questa volta non ci possiamo esimere. Questo esperimento viene dal nord e però snobba del nord tutto quello che di freddo, siderale, etereo lo rappresenta.

L'album di debutto dei norvegesi Kitchie Kitchie Ki Me O, sa di film. Su Internet l'album, in uscita a giugno, si presenta con dei teaser che rievocano il più inquietante Grande schermo. Ma intanto qui un assaggio del live:


Next.Single teaser from Kitchie Kitchie Ki Me O on Vimeo.

I San Tommaso della musica possono approfondire anche qui, sbagliamo se parliamo di un melange di progressive, soul, atmosfere groove, rock e melodia che supera i cofini? I sette norvegesi, tutti provenienti da altre band (Madrugada/My Midnight Creeps/Ricochets), imbracciano percussioni, sassofoni, chitarre, e ci danno sotto, nel segno dell'indistinguibile. Conviene lasciare spazio agli occhi ma anche alle orecchie.

01 Next by Kitchie Kitchie Ki Me O

In Norvegia sono attesissimi. Il disco è un'antologia.

Via Impactus
Official: http://www.kitchiekitchiekimeo.com/

Progetto MATITA per piano elettrico e disegnatori ritmici

Diego Roma Filed Under: Etichette: , , ,
Sabato 28 maggio ore 19,00@Circolo Onda del Circeo - Terracina (LT)

Avete mai disegnato la musica
? Non con la fantasia, ma con una matita. Vi è mai capitato di tornare indietro negli anni, ai banchi di scuola, ogni volta che all'orecchio arriva lo stridìo di un pennarello sul foglio bianco, il calco secco di uno scarabocchio fatto con un colore a tempera, quello più liquido di un pastello a cera? Avete visto che sensazione? Un'orchestra di piacere si impradronisce di voi. Perché è così, il disegno può diventare musica.



Se volete provare, venite a sedervi tutti intorno a un tavolo. Troverete un foglio bianco, delle matite che diventano strumenti, e i vostri disegni come componenti di una grande orchestra a dipingere la musica. Tornerete a scarabocchiare la vostra fantasia mentre una tastiera vi accompagna. Un tratto più delicato per alcuni, più aggressivo per altri, uno specchio di voi, ma tutto andrà a costellare un universo musicale.


La vostra guida saranno dei "musidisegnatori" esperti, altrimenti chiamati disegnatori ritmici, che di questa follia che viaggia tra infanzia e avanguardia hanno tirato fuori un progetto. Che si chiama matita, appunto.

Sono

Antonello Raggi - piano elettrico

Fabio Bonelli - matite e pennarelli

Fabio Valesini - matite e pennarelli

Luigi Bonelli - matite e pennarelli

Susanna Tosatti - matite e pennarelli

Simona Pinto – proiezioni video


S
abato 28 maggio
Circolo Onda del Circeo
via Pontina km 104
Terracina (Lt)
a partire dalle 19,00

Contatti e Info: ondadelcirceo@gmail.com
340/4060140

Il giorno dopo al Circolo degli Artisti



Qualche ora con i Sakee Sed

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Risvegliati dolcemente
Per arenarti nei miei consigli
Trapanati le meningi
Per ascoltare un po’ di rock & roll


Sono qui giù, al mare, probabilmente a girare un video con Giulio Leonardi per un clip che... boh, stanno girando, fanno il bagno, fumano tabacco...

Una vita sregolata, questo sì, come la nostra. A che ora mangi, dove hai messo gli spiccioli per le sigarette, telefonare alla mamma, ricordarsi di essere diventati grandi. Ecco... I Sakee Sed (classe '85 barra '87) girano su un furgoncino verde strano, stracarico di strumenti, e fino a che hanno potuto sono rimasti scalzi. Ieri c'hanno regalato un gran momento di musica. Noi abbiamo ricambiato con wiskhey e Martini, un piatto di pastasciutta, e le solite vecchie chiacchiere. Fragorosi applausi naturalmente. I più per lo stupore.


(Guardale in originale >>)

Marco (Ghezzi), Gianluca (Perucchini), Alfonso (Surace) e Anna (Carazzai) ci raccontano un po' di cose. Che hanno speso tutti i quattrini per farsi uno studio di registrazione, che fanno tutto da sé, che per l'estate hanno un bel po' di date per festival e concerti estivi, che campare di musica non è facile ma che è l'unica cosa che hanno intenzione di fare.

Loro ci badano e non ci badano al domani e ci sembrano sideralmente lontani da quel radical chic che sta inquinando (con associazioni improprie) la parola "Indie". Loro no. Molte poche chiacchiere. "Cosa si fa, si suona?" è la domanda. E poi giù mazzate, sudatissimi giri di pianoforte, batteria scissa tra lo swing di Carosone e lo stoner dei Kyuss, il rock 'n roll di quelli talmente genuini da far ballare anche i bambini. Letterale. E non c'è niente di meglio che far ballare i bambini. Applauso. Da Sabaudia a Itri, unanime.

Dobbiamo ringraziarli, i Sakee Sed, perché loro, che vengono dalla provincia, ci riportano coi piedi per terra qui in provincia. Ci cantano senza infingimenti....

Che ne sai…
Che qui non si colorano più i giorni
Che ne sai
Che qui neanche con le droghe si tira avanti

Ecco, per questo e per tanto altro, dobbiamo ringraziarli i Sakee Sed. Perché ci lasciano una testimonianza di grande valore su cosa significa suonare il rock'n'roll, sognare il rock'n'roll. E fottersene di etichette e tutto il resto.

Riprenditi i tuoi sogni
Per ascoltare un po’ di trash and soul
Tutto il resto è scritto già
Tranne che per la realtà

Diego Garcia - Laura (2011)

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America/Argentina Folk-Latina


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via Impactus

Sakee Sed in Concerto a Terracina

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Ruvidi, dirompenti, etilici, dilaganti e italianissimi. Alzate un bicchiere di rum e coca in onore di questa band bergamasca dal suono avventuroso che rinnova in chiave tricolore i suoni del bluegrass, del folk, del blues più sbilenco e decadente. Ben arrivati Sakee Sed, poeti del bancone di un bar infrasettimanale, narratori delle vostre e delle nostre giornate conficcate in un’epoca in cui la missione più difficile è quella di fare da scudo ai nostri sogni.

Loro, dalle brume del Bergamasco sono usciti con un gioiello, il disco “Alle basi della Roncola”, un po’ sbronzi un po’ nostalgici, amano a un tempo Tom Waits, Mike Patton, Mina e Beirut, e come si fa per ogni cocktail massiccio e che si rispetti, hanno mescolato tutto e quando suonano ti arriva la “botta”.

Inutile fare la biografia di questa “family” sbocciata dall’indie italiano. Basti sapere che dopo il disco di debutto oggi arrivano a presentare un nuovo Ep, e sapete come si chiama? “Bacco”!!

I Sakee Sed saranno a Terracina il 22 maggio. E’ una domenica. Cosa c’è di più etilico, struggente, devastante e alcolico di una domenica? Non a caso, proprio al classico orario del primo whiskey inizieranno il concerto: alle 19,00, in quel luogo un po’ bucolico che è il Circolo Onda del Circeo. Sbronzarsi ad un’ora insolita è quello che ha sempre entusiasmato le cricche di ascoltatori veri. Un po’ di “Vermut & Baby”, prima di iniziare la settimana.

Tutto il resto, come direbbero loro, è scritto già.

Sakee Sed in concerto 22 Maggio - Circolo Onda del Circeo ore 19,00 (a seguire selezione musicale)
Terracina (Lt) - km 104 via Pontina
Ascolta: http://www.myspace.com/sakeesedfamily
Tutte le Info QUI

Sugarplum Fairies - The Images We Get (2011)

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Folk /Rock/Dream Pop/Indie
Los Angeles




Web music player



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Maggie Björklund - Coming Home (2011)

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Denmark songwriter steel guitar player. Have you ever listened Calexico? And more and more...


Tracklist
1. Waseland
2. Intertwined
3. Summer Romance
4. Vildspor
5. Falling
6. The Anchor Song
7. Insekt
8. Coming Home
9. Frost
10. Playgruon Stars
11. Finale

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Sparkadia - The Great Impression (2011)

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Impressi, rimangono impressi.



AUSTRALIA
Pop/orchestral/electro/Indie (che ci sta sempre bene)

Sparkadia - Mary (available on 7") by Sparkadia

Sito Ufficiale
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The Kills - Blood Pressures (2011)

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UK punk/electro-garage/rock (Domino Records)

Members:
Alison "VV" Mosshart (The Dead Weather)
Jamie "Hotel" Hince





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Musica da Cucina sonorizza "La Luna Nera"

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Mercoledì 13 aprile, Circolo culturale Onda del Circeo - Via Pontina km 104 - Terracina (LT)
Start: 21.30


... i suoni della cucina, intimità e atmosfere del tintinnio di bicchieri e del fischio del bollitore, in una performance che cresce piano piano, come una pietanza nel forno, svelando la magia dei gesti quotidiani.

Ascolta:
Non suonare mentre mangi
Una luce della dispensa
Briciole

Da non perdere.

Sito Ufficiale

L'evento su Facebook
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Video

Real Ones - First Time On Earth (2011)

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Norway - Folk/Psicho/Tropical/Pop
Official Site
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Moddi - Floriography (2010)

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Pål Moddi Knutsen, Norway, 23 years old

Official Site
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Tracklist:

01 rubbles
02 magpie eggs
03-ardennes
04 a sense of grey
05 smoke
06 poetry
07 stuck in the waltz
08 7
09 krokstav emne


Seryn - This Is Where We Are - 2011

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This Is Where We Are

Seryn: "This Is Where We Are" from Jon Todd Collins on Vimeo.

via Impactus, Spun

IAMX - Volatile Times (2011)

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01 I Salute You Christopher
02 Music People
03 Volatile Times
04 Fire And Whispers
05 Dance With Me
06 Bernadette
07 Ghosts Of Utopia
08 Commanded By Voices
09 Into Asylum
10 Cold Red Light
11 Oh Beautiful Town

via Impactus

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Sara Lov - I Already Love You

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Per noi italiani la cosa che colpisce subito è quella canzone di Patty Pravo, La Bambola che, chissà perché, l'americana Sara Lov ha deciso di cantare, in un italiano che, complice la sua permanenza prolungata dello scorso anno nel Belpaese, non fa una piega. E d'altronde è un'etichetta bolognese (Irma Records) a produrre il nuovo disco di Sara Lov, I Already Love You. L'ex Devics tutto sommato colpisce nel segno. Sempre intima, sempre originale con la fragilità che è ormai diventata la sua cifra, reinterpreta a suo modo celebri canzoni. C'è The World We Knew di Frank Sinatra, c'è There's A Light That Never Goes Out degli Smiths, Ci sono i Magnetic Fields e Conor Oberst, e altri che si possono scoprire nell'album.

La nostra Sara è colpita da nostalgia. Ha scoperto di amare ancora quei vecchi ricordi, quelle melodie, parole, disegni. Scopre di non essere, in fondo, mai veramente cresciuta. Ebbene noi la smentiamo. Perché artisticamente Sara Lov è cresciuta, è maturata, si è cimentata nell'impresa coveristica che non è niente semplice. Ha affrontato mostri sacri della musica. Lei ha le carte in regola per entrare nell'empireo.

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Ascolta Sara Lov