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Yonlu: ha spazzato via il dolore, ha lasciato a noi la musica

Diego Roma Filed Under: Etichette: , , , ,
Diamanti di un genio adolescente che è già leggenda


Cambia il registro del genio suicida il giovane Vinicius Gageiro Marques. Non dopo la fama, non sulla soglia dei 27, braccato dallo star system, né in seguito alle delusioni, al disincanto, alle difficoltà della vita adulta o in seguito ad una personalità fragile, intossicata dalla droga, dagli eccessi o altro. A 16 anni, e solo dopo aver lasciato nell'hard disk del suo pc delle canzoni semplicemente geniali, Yonlu (così firmava il suo nickname nel mondo virtuale in cui viveva il suo dramma adolescenziale) ha deciso di porre fine alla sua vita. Per nulla fragile, considerando la sicurezza con cui ha composto le sue canzoni. Pezzi maturi, assemblati con gli strumenti semplici di un giovane della nostra epoca (un software per i suoni, un campionatore e un talento da polistrumentista), ben cosciente di cosa voleva dire, cosa voleva fare. Ma evidentemente con il mal di vivere acquattato nell'anima.



Sei corde pizzicate, una voce giovane e soffice ma anche ruvida e greve, un approccio da cantastorie, dei migliori, e un destino precocissimo che richiama alla mente giganti come Elliott Smith e Nick Drake. La rivista Rolling Stone, prima in assoluto a raccontare la storia di Yonlu, già diversi mesi fa rimarcava lo strano percorso di musica e morte che ha segnato la fine del genio forse più giovane che la storia della musica conosca.

La sua storia, quella di un ragazzo giovanissimo che viveva a sud est della città di Porto Alegre, Brasile, figlio di un professore universitario anche molto in alto nella scala sociale e di Ana Maria Gageiro. Alta istruzione, vita agiata, una mente brillante, avido lettore di Franz Kafka e musicista in anticipo sui tempi. Suonava un po' di tutto, dal basso alla batteria, predominante la chitarra. Ma la sua grande abilità, a soli 16 anni, stava e sta tutta nella capacità di assemblare, di fondere la tradizione sudamericana della Bossa Nova all'indie sperimentale, creando un'unione inscindibile di tradizione e contemporaneità, prevalentemente in inglese ma sostanzialmente in una lingua universale.



Quella sua sensibilità era anche tutta la sua debolezza. Questo ha detto la madre Ana Maria. Così un giorno, in un pomeriggio del 26 luglio del 2006, a poco più di un mese dal suo diciassettesimo compleanno, Vinicius ha annunciato il suo imminente suicidio sul Web. Alla tastiera, fino a pochi minuti prima del tragico gesto, ha spiegato agli utenti del forum come lui, Yonlu, stava andando via per sempre. Un suicidio quasi in diretta. Prima di uccidersi col monossido di carbonio nel bagno di casa, ha scritto una lettera per discolpare i suoi genitori. Quello suo era un buio tutto personale, irrecuperabile. Suo ultimo desiderio, quello di non essere giudicato per quello che stava facendo. L'eredità di Yonlu è un cd con alcune canzoni, poi è stato il padre, durante le indagini sul suo pc portate avanti dalla polizia, a scoprire tante sue canzoni nascoste. Quelle canzoni che oggi circolano sul Web e che reclutano fans dalla Scozia al Belgio, dal Canada al Nord Africa. Un'eredità preziosa accompagnata dalle sue parole: "Io credo che la cadenza e l'armonia al momento giusto possano risvegliare ogni sentimento, compresa la felicità nei momenti più cupi".
Myspace

Anya Marina - Slow & Steady Seduction: Fase II

Diego Roma Filed Under: Etichette: , , , ,
Foto by: http://cm1.theinsider.com
Anya Marina ha canzoni strane e "bionde" nella mente, lo dice proprio lei, ma in verità segue la scia del pop, si sbizzarrisce come vuole con chitarre e batteria, con un'approccio tutto femminile che in fondo gli spiana la strada. La prima canzone dello Space è una cover, Whatever you like, gustosissima.

Originalissima, forse, Anya Marina ancora non lo è, ma si parla molto bene del suo ultimo lavoro "Slow & Steady Seduction: Fase II", uscito con l'etichetta indie Chop Shop Records. In fondo stiamo parlando di una bionda americana (San Diego) niente affatto fragilina, piena di energia che tira fuori canzoni grintose e ritmate, che ha lavorato con Spoon, ha già all'attivo un album, "Miss Halfway" che le è valso il San Diego Music Awards per la "Best Local Recording", come pure le attenzioni dell'etichetta Chop Shop Music e del supervisore musicale della serie Grey’s Anatomy.

Sensualissima "All The Same To Me", tutta al femminile, jazzata e calda, tanti Pixies e Breeders per comporre un pezzo come "Vertigo", e la stessa "Miss Halfway", che da' il titolo al primo lavoro di Anya Marina, usato proprio in Grey's Anatomy, molto ben fatta nella sua semplicità.
Da ascoltare senz'altro