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Zero Comments - Il toccasana della critica al blog

Diego Roma Filed Under:
Suvvia, un po'di autocritica ogni tanto ci vuole, specie per un fenomeno invasivo come questo nostro, come quello dei blog (se ne contano 100 milioni ad oggi). In fondo è la cosa che si fa di meno, l'autocritica del blogger, perché andrebbe a cozzare contro l'Ego che questo strumento rappresenta.

Ma una critica deve essere seria, e a noi ci garba la critica espressa da un saggio per ora disponibile solo in lingua inglese, scritto da Geert Lovink: Zero Comments: blogging and Critcal Internet Culture (Routledge).

Già il titolo la dice lunga, su quei "zero comments" che si prestano a molteplici interpretazioni, dai zero commenti che troviamo su questo diario, al no comment che sono tentato di esprimere quando guardo certi altri.

Ma veniamo al punto. Lovink sostanzialmente dice: va bene tutto, soprattutto il fatto che il blog ha ridotto il distacco tra società reale e mondo virtuale; ma ora rischiamo l'appiattimento dei contenuti, sulla scia dei media tradizionali che già hanno fatto il lavoro loro in questo senso.
L'autore se la prende soprattutto con "l'impulso nichilista del blogging", la banalizzazione che deriva dall'autorefrenzialità dei blogger, che è poi una malattia del genere umano in tutti i campi del sapere. Noi ce ne accorgiamo quando vediamo in alcune homepage il contatore degli accessi in bella mostra, che a parole sue ci dice: "guarda qua quanta gente mi ha visitato, cazzone".

Secondo Geert Lovink i blog non devono essere considerati come siti di news, bensì come "canali di feedback", luoghi di confronto, iniziative partite dal basso che usano strumenti alternativi per favorire e scambiare una visione critica della realtà. Quello che stanno diventando invece, è definibile come una "tecnologia del sé" centrata sull'appovazione sociale. Parole sante.

La caccia ai feed, l'"aggiungi ai contatti", il desiderio disperato di essere visibile, di essere letto a tutti i costi, la caccia all'oro di notizie originali, inedite, solo per avere un buono share. Un blog che è un pò Rai, un pò Mediaset, un po'advertising, e un po'anche blog, appunto.

Suvvia, un po'di autocritica non guasta, in fondo vogliamo solo essere presenti, scrivere e chiacchierare. Magari possiamo cominciare, blogger e non, con il leggere questo libro. Una critica al blogger è sempre e comunque una critica alle forme che scegliamo per comunicare, e dunque riguarda la persona, oltre che lo scrittore.

FONTI

Tutte le notizie sul libro di Geert Lovink sono tratte dal sito:
Articolo del 4 ottobre 2007
Scritto da Bernardo Parrella