10 Marzo, osteria Le Scalette - inizio concerto ore 23,00 - ingresso gratuitoBen trovati, non ci sentiamo mai ma quando capita è per dare buone nuove. Il 10 marzo a Terracina, alla ormai nota osteria "Le Scalette" suoneranno in un esclusivo
set Acustico gli
Zen Circus. Basta guardare la copertina del
Mucchio per farsi un'idea, a largo giro, di quel che sarà. Il loro album interpreta un pensiero che ha attraversato e attraversa la mente di tutti noi, a volte: "
Andate tutti affanculo". Niente di volgare, demenziale o stereotipato. Per carità...
Zen Circus sono un grande gruppo che canta
canzoni italiane con un linguaggio nuovo, vero, "
perfetto per oggi". Ce ne siamo infatuati subito,
noi che la musica italiana la amiamo nostro malgrado, quando racconta i pantani, le salite, le aspirazioni e smonta falsi miti e false morali. Sono in tre (un vescovo, un sindaco mafioso e la miss Padania di turno?), rockeggiano, entrano nel sangue, raccontano spaccati di vita quotidiana, di chi vede il mondo
attraverso il filtro della provincia "
e del suo rancore". Siamo lieti, orgogliosi di averli tra noi, e di invitarvi, se volete, a passare due ore di vera musica. E visto che le mie chiacchiere stanno a zero,
ecco dove ascoltare qualcosa. Per tutto il resto, lascio parlare gente che la sa più lunga di me. Di seguito due articoli che spiegano un po' tutto: la loro bravura, la nostra follia.
Rock.itMucchioLe tre realtà discografiche più creative ed di spicco del panorama indipendente italiano formano un inedito dream team per il nuovo disco degli Zen Circus. Ormai Appino, Ufo e Karim sono una certezza del Rock indipendente Italiano, che da circa una decade contemporaneamente unisce e divide il pubblico. Toscanacci, ma non diteglielo mai. Hanno cominciato suonando per le strade un Folk-Punk che in Italia non si era mai visto. Debitori agli esordi degli statunitensi Violent Femmes, paragone costante che hanno combattuto negli anni facendo dischi sempre diversi e finendo poi negli ultimi anni per suonarci assieme come membri aggiunti e prendendo Brian Ritchie come quarto membro per scrivere un disco a quattro mani che poi è l'ultima uscita: Villa Inferno. Di quest'ultimo capitolo se ne è parlato non poco nel 2008. Un gruppo Italiano che collabora con tre delle figure più seminali della storia del rock mondiale (Violent femmes, Talking Heads, Pixies) non è cosa da poco. Ma ciò nonostante gli Zen rimangono sempre nel limbo di una fama nazionale che non è ancora major ma nemmeno più indie. Che sia la loro salvezza? Al ritorno dal tour Australiano, dove sono stati headliner insieme a gente come Nick Cave, quando tutti pensavano che l'estero li avrebbe ammaliati e ce li avrebbe portati via loro scrivono: “Ci è venuta una voglia matta di tornare in Italia, finire il disco nuovo dedicato al questo paese morente che abbiamo girato in lungo e largo, in ogni pertugio, villaggio, città.” Una realtà live devastante infatti che veramente non si ferma mai. A dimostrarlo il tour di Villa Inferno: l'ultima data è a Settembre 2009, che è contemporaneamente il mese di uscita di questo nuovo capitolo Andate Tutti Affanculo il primo disco tutto in Italiano, richiesto a gran voce da tutti coloro che in Figlio di Puttana e Vent'Anni hanno trovato la nuova via per gli Zen del futuro. Per gli Zen nazionalpopolari. E loro lo fanno, il disco in Italiano, ma lo chiamano così. Ci prendono tutti per il culo? Può darsi ma che male ci sarebbe? D'altronde lo dicono chiaramente: mai prendersi troppo sul serio. Ma questo nuovo capitolo, quando lo ascolterete, lo troverete dannatamente serio. Andate Tutti Affanculo è un disco Italianissimo fatto da una band internazionale. E' la vera mediazione fra il punk rock americano stralunato da cui provengono gli Zen e un cantautorato nazionale che potremmo definire una mezza via fra il primo Lucio Dalla, Piero Ciampi e Rino Gaetano. Ed il giovane De Andrè innamorato di Brassens. Ed il Beat dei bei tempi andati. Insomma il melting-pot continua; non ci saranno quattro lingue questa volta, ma la capacità di mescolare influenze di alto livello con la proprio personalità -al solito- regna sovrana. E collaborano di nuovo: nel disco troverete la voce di Nada, le chitarre di Giorgio Canali (CSI, PGR, Rossofuoco, Le Luci Della Centrale Elettrica) il sempiterno Brian Richie e l'immaginario di Davide Toffolo (T.A.R.M.) il tutto inscatolato dal Produttore Manuele “Max Stirner” Fusaroli che dagli studi NHQ di Ferrara negli ultimi anni ha portato nelle nostre case, in silenzio, alcuni fra i migliori dischi della scena indipendente Italiana, da Le Luci aka Vasco Brondi, a Tre Allegri Ragazzi Morti, Giorgio Canali, Bugo e tanti tanti altri. Insomma hanno suonato con tutti, ovunque: italiani e stranieri. Le loro storie sono fiabe disincantate, la loro biografia sembra un libro sul Punk '77, i commenti su di loro sempre in bilico fra amore ed odio. Tutti li conoscono ma molti se ne vegognano: Troppo diretti? Troppo veri? Di certo non pagano dazio al rock italiano '90. Scordatevi quindi parole ricercate e citazionismi colti. Scordatevi paure e dolcezza: nel circo zen trovate solo rabbia, odio, amore disperato, voglia di vivere e morire. I Pagliacci ubriachi del proletariato del duemila. Sì, quella parola dimenticata: Proletariato aggiornato ai tempi di Internet. Rassegnatevi, questo paese forse troppo piccolo o forse mai piccolo abbastanza per loro, piano piano comincia a puzzare di Circo Zen. E non c'è solo il punk, l'energia vitale del rock per necessità. C'è la poesia con gli occhi lucidi, le rive dei fiumi che dividono, le città troppo ubriache di notte e troppo serie di giorno. La sconfitta di un paese che prende a calci in faccia i propri pregi. Concludiamo citandoli: “Non vi libererete tanto facilmente di noi!”